Cara TeneriFe, se ci sono uomini che si vergognano, che non rispondano.
Eravamo in tanti, in una grande casa, c'erano, anche un paio di genitori, io e lei, in due stanze diverse, soli.
Io non riuscivo a dormire - per ovvie ragioni.
Le nostre stanze erano l'una di fronte all'altra su un corridoio.
Lei e io, non stavamo assieme da due giorni, e per una questione di "pudore" ci eravamo appena guardati, e, per me, ora lo so, era come se l'avesi persa, che l'avrei rivista a 5 centimetri, dove c'era lei qual'era, non prima di 15 giorni, se continuava!
Nel mezzo della notte non ho potuto restare a letto - mi sono alzato, non pensavo di andare da lei... mi sono alzato. Ho socchiuso la porta e ho visto, a un metro e venti da me, l'altra porta che si socchideva e... solo i suoi occhi...
Dopo un niente ci trovammo a metà strada a guardarci a 5 centimetri, da farci male dallo stare stretti. Poi è stata lei, centimetro a centimetro a indietreggiare - noi uomini abbiamo meno coraggio - e dopo ci siamo trovati seduti sul letto, io vedevo che era tutta una felicità, io lo stesso.
Ci siamo girati... avevamo lasciato la porta aperta. Alzatasi lei di corsa - sempre lei più coraggiosa - ha chiuso la porta.
Poi è successo piano... piano... e io nel barlume che filtrava dalle persiane le vedevo
gli occhi, felici, forse li ricordavo e basta, poi ha pianto.
Mi sono sentito piombare nel buio, la mia voce rotta, da sola, ha detto di volere morire... lei a dire no...
Piangeva di felicità.
Mi ha preso la mano destra con la sinistra, strano, io sono destro e lei mancina, e ci si è asciugati gli occhi. Per farmi capire che era vero. Ho finito di asciugarli con la bocca.
Questo è restato. Se ha mal di testa le faccio un massaggio con la lingua, pressando piano, e lei sta meglio.
Magari lo pensa ma sta meglio.
E', tutto.
Bello, solo nostro, e non lo dimenticheremo mai.
Ciao, TeneriFe, grazie. Draïsienne